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lunedì 9 aprile 2012

Io carciofo, tu carciofi... noi....


IL CARCIOFO

A livello mondiale, i Paesi in cui la coltivazione del carciofo è maggiormente diffusa sono l'Italia, la Spagna, la Francia, la Grecia, il Marocco, il Perù, il Cile, la California. 
La pianta del carciofo è originaria dei Paesi del bacino del Mediterraneo, probabilmente dall'Egitto e dall'Africa settentrionale. Il carciofo era conosciuto sia dagli antichi greci che dai romani, i quali attribuivano al carciofo poteri afrodisiaci. Tuttavia non è ancora ben chiaro se gli scritti greci e romani che citano questo ortaggio si riferissero propriamente alla pianta del carciofo o a quella del cardo da cui sembrerebbe derivare. Attualmente il carciofo è un prodotto tipico delle regioni del Mediterraneo. l'Italia, la Francia e la Spagna sono le maggiori produttrici di carciofo (assieme costituiscono l' 80% di tutta la produzione mondiale). 
Tra questi, al primo posto, svetta l'Italia: infatti, si calcola che circa il 50% di tutta la produzione mondiale di carciofo provenga dal nostro Paese.In Italia, le regioni in cui si é più grandemente propagata la coltivazione del carciofo sono il Lazio, la Toscana, la Sicilia, la Sardegna e la Puglia.
Dall'Italia, dalla Francia e dalla Spagna la coltivazione del carciofo si è successivamente diffusa in altre zone del mondo che presentano condizioni climatiche simili a quelle del Mediterrraneo.
La Sardegna, per le sue caratteristiche climatiche (calda la stagione estiva; mite la stagione invernale) è particolarmente vocata alla coltivazione del carciofo. Nell'isola sono coltivate le seguenti varietà di carciofo:

  • carciofo spinoso sardo: coltivato nel medio campidano di Cagliari (Serramanna e Villasor), nel sulcis, nell'oristanese e nel sassarese.
  • carciofo terom: coltivato nel medio campidano di Cagliari.
  • carciofo violetto di provenza: coltivato nel medio campidano di Cagliari (Samassi,Serramanna e Villasor).
  • carciofo tema: coltivato soprattutto nel medio campidano di Cagliari (Villasor,Serramanna,Samassi) e nella zona di Oristano.
  • carciofo romanesco: coltivato nel medio campidano di Cagliari.

A Serramanna, le prime carciofaie intensive, le cui produzioni erano destinate all'esportazione verso i mercati del nord Italia, furono impiantate intorno agli anni 50. Il carciofo che antecedentemente a quella data era coltivato esclusivamente per soddisfare il fabbisogno della famiglia, divenne, in breve tempo, una delle più importanti risorse di reddito dell'economia agricola del Campidano di Cagliari.
Oggi il carciofo viaggia su mezzi gommati dotati di impianto frigorifero. Allora viaggiava esclusivamente sui vagoni dei treni, senza impianto di refrigeramento, e per raggiungere le varie destinazioni occorrevano anche più di tre giorni.
Oggi gli imballaggi vengono pallettizzati e le operazioni di carico e scarico vengono agevolate e velocizzate dall'uso di carrelli elevatori.
Negli anni 50, 60, 70, 80 ogni singola cassetta veniva caricata e scaricata nel e dal vagone ferroviario esclusivamente a mano.



Il carciofo (Cynara cardunculus vr. scolymus L.) è una pianta erbacea, poliennale, molto vigorosa che può raggiungere anche il metro e mezzo di altezza.
Il carciofo appartiene alla famiglia delle Compositae (o Asteracee) e, come tale, presenta una infiorescenza a capolino: i suoi piccoli ma numerosi fiori di color azzurro lavanda, sembrano un solo fiore composto e sono riuniti in un ricettacolo comune retto da un unico gambo.
La pianta del carciofo è caratterizzata da un fusto eretto, a sezione circolare, che, nel periodo della fioritura si dirama, e da ampie foglie raccolte in cespi, disposte in posizione alterna, incise da ben visibili nervature.
La parte sotterranea della pianta del carciofo è costituita da un grosso e fibroso fusto allungato (detto rizoma) e da grosse radici laterali che si sviluppano sino a 60 cm di profondità.



I carducci e gli ovoli sono gli organi di propagazione del carciofo; entrambi si sviluppano dalle gemme del rizoma.
Il capolino, costituito da una parte basale del ricettacolo e dalle brattee, rappresenta la parte della pianta del carciofo che viene raccolta, quando è ancora ben chiusa, come ortaggio.
La parte buona a mangiarsi del carciofo è costituita dal cosiddetto cuore (il ricettacolo in cui si inseriscono i fiori), dalle più tenere brattee interne, dalla parte basale delle brattee esterne, nonché, per alcune varietà come lo Spinoso sardo, dal peduncolo (il gambo) dell'infiorescenza.



Metodi di propagazione nella coltura del carciofo.
La propagazione del carciofo rappresenta una fase di estrema importanza per il buon esito della coltura. Sostanzialmente i metodi più adatti alla propagazione del carciofo sono due:

  • per carducci:

i carducci non sono altro che le giovani piantine che si sviluppano dalle gemme che si formano nel rizoma.
L'impianto si esegue in primavera avendo cura di scegliere i carducci più maturi e di cimarli.
Per favorire la radicazione e proteggere i carducci da alcune malattie fungine, che possono manifestarsi a carico dell'apparato radicale, si impiegano radicanti e fungicidi specifici.

  • per ovoli:

gli ovoli prendono origine dal disseccamento dei carducci e si adoperano all'inizio dell'estate per ottenere un ciclo anticipato del carciofo.


Impianto di una carciofaia in ciclo precoce (luglio-agosto) con l'utilizzo di ovoli secondo la tecnica utilizzata nel Medio Campidano di Cagliari


ovoli carciofo spinoso


  • concimazione di fondo: 30-40 unità per ettaro di azoto; 80-90 unità per ettaro di fosforo; 100-120 unità per ettaro di potassio.
  • distribuzione di Kg/ha 10-15 di geodisinfestante.
  • aratura alla profondità di 30-40 cm.
  • sminuzzamento del terreno e preparazione delle postarelle per la messa a dimora degli ovoli.
  • conciatura degli ovoli con radicanti e fungicidi in grado di fornire la necessaria protezione.messa a dimora degli ovoli e prima irrigazione con l'ausilio di impianti di irrigazione sopracchioma o a goccia. diserbo di pre-emergenza con successivo interramento a base di linuron alla dose di lt 1.2-1.5 per ettaro.
  • concimazione di copertura: A) Fine Agosto-Settembre qli/ha 3 di 11-22-16 S B) Alla emissione del primo capolino:nitrato ammonico 26% Kg/ha 200-300, oppure, 20-10-10 Kg/ha 200-300, oppure, urea agricola Kg/ha 150-200
  • concimazione dopo i freddi invernali: nitrato ammonico 26% Kg/ha 150-200, oppure, 25-10 Kg/ha 150-200




ovoli carciofo tema




foto: messa a dimora di ovoli con agevolatrice meccanica

Impianto di una carciofaia in ciclo normale (febbraio-marzo)) con l'impiego di carducci
Per gli operatori che scelgono questo secondo tipo di impianto intendo precisare che i carducci da utilizzare devono essere maturi,cimati e non eccessivamente idratati allo scopo di favorirne la radicazione. Nell'occasione si impiegano anche dei concianti e dei radicanti.

  • concimazione di fondo: 30-40 unità per ettaro di azoto; 80-90 unità per ettaro di fosforo; 100-120 unità per ettaro di potassio.
  • distribuzione di Kg/ha 10-15 di geodisinfestante.
  • aratura alla profondità di 30-40 cm.
  • sminuzzamento del terreno e preparazione delle postarelle per la messa a dimora dei carducci.
  • irrigazione (se necessario)



Metodi di Irrigazione nella coltura del carciofo.

Irrigazione a goccia


E' un sistema di irrigazione che va diffondendosi molto rapidamente perché consente un'ottima gestione della risorsa idrica.
L'impianto che si consiglia deve avere una portata di 2 lt/h/gocciolatore alla pressione di esercizio di 1-1.2 atm.
Per quanto riguarda la distanza fra i gocciolatori suggerisco di utilizzare ali gocciolanti con gocciolatori distanziati tra loro 40-50 centimetri.
Vantaggi: possibilità di contenere lo sviluppo delle erbe infestanti,possibilità di utilizzare anche modeste risorse idriche,il sistema è valido per qualsiasi giacitura del terreno,possibilità di utilizzo di acqua con un alto tasso di salinità,possibilità di effettuare la fertirrigazione,evita il costipamento del terreno.
Svantaggi: necessita di un buon impianto filtrante,indispensabile il controllo frequente dei gocciolatori,scarso effetto climatizzante sulla coltura,favorisce l'insorgere di alcune malattie fungine a carico dell'apparato radicale (marciumi) e delle foglie (oidio e peronospora),soprattutto nella cultivar spinoso.



irrigazione a goccia


Irrigazione a scorrimento

Si tratta di una pratica usata in passato ed attualmente quasi del tutto abbandonata,per via dell'enorme disponibilità di acqua che richiede.
Vantaggi: bassi costi per gli impianti,bassi consumi energetici,possibilità di irrigare in presenza di vento.
Svantaggi: impossibilità di praticarla in terreni non livellati,non consigliata in terreni molto sciolti e con presenza di ciottoli,impossibilità di effettuare la fertirrigazione.


Irrigazione per aspersione a pioggia

Con questo sistema di irrigazione si consiglia di utilizzare irrigatori di bassa portata,variabile da 850 lt/h fino a 1500 lt/h alla pressione di esercizio di 1- 1,5 atmosfere.
Vantaggi: modesta azione insettifuga sopracchioma,azione climatizzante sulla coltura,sistema valido per tutti i tipi di terreno,possibilità di automatizzare gli impianti.
Svantaggi: sconsigliato con l'impiego di acqua salmastra,è molto sensibile in presenza di vento,favorisce la nascita delle erbe infestanti,necessita di impianto filtrante.



irrigazione a pioggia



Parassiti del carciofo.

AFIDE (brachycaudus cardui): gli afidi che possiamo trovare sulle foglie del carciofo ed occasionalmente sui capolini sono di diverso tipo,distinti molto genericamente dal colore,verde e nero.
Nell'arco dell'anno si possono riscontrare diverse generazioni di afidi.I principali danni arrecati dagli afidi consistono nell'avvizzimento delle foglie e conseguente loro disseccamento e quindi nel deperimento di tutta la pianta del carciofo.

ALTICA (sphaeroderma rubidum): si tratta di un coleottero di color rossastro,lungo circa 3 mm,i cui adulti compaiono generalmente nel mese di Aprile,rodendo le foglie nel margine superiore,producendo erosioni rotondeggianti.In estate si nascondono nel terreno per poi ricomparire verso Settembre-Ottobre con le prime piogge,provocando i danni già descritti e deponendo le uova in prossimità delle nervature delle foglie.Le larve,di color giallastro,scavano delle gallerie spostandosi dalle nervature al parenchima fogliare in cui creano delle mine serpentiformi.Nel mese di Dicembre le larve giungono alla maturità,contemporaneamente si nascondono nel terreno e si impupano nel mese di marzo.Nonostante l'altica svolga un'unica generazione all'anno è in grado di provocare enormi danni alla pianta del carciofo quali,ad esempio,la scheletrificazione delle foglie con successivo disseccamento.

CASSIDA (cassida deflorata): si tratta di un coleottero i cui adulti,di forma ovale,lunghi 6-7 mm,compaiono in primavera nutrendosi delle foglie della pianta del carciofo,provocandone dei fori,mentre,nelle biforcazioni delle nervature delle foglie depongono le uova. Le larve erodono le foglie senza però perforare il lembo che viene scheletrizzato. Gli adulti possono ricomparire in autunno andando poi a rifuggiarsi tra la vegetazione allo scopo di superare il periodo invernale.

DEPRESSARIA (depressaria erinacella): è una farfalla che compare alla fine della primavera. A fine Settembre depone le uova sulle nervature della pagina inferiore,all'ascella o anche al colletto delle foglie. Le larve di colore rosso mattone e,successivamente di color verde,nascono dopo 20-25 giorni,penetrano nella nervatura centrale della foglia e scavano una galleria in direzione della parte basale della pianta del carciofo. La presenza della depressaria è riconoscibile dalla presenza di escrementi.Le stesse larve possono penetrare dentro lo stelo del carciofo,nel quale scavano una galleria che si prolunga fino a raggiungere il capolino.Una volta giunte nel capolino ne provocano ingenti erosioni sia nel ricettacolo interno,sia nelle brattee. I danni sono talmente gravi da rendere i capolini praticamente incommerciabili.

ELATERIDI (agriotes lineatus): sono anche noti col nome di ferretti. Si tratta di coleotteri,i cui adulti compaiono in primavera, che depongono le uova nel terreno e da cui nascono le larve,di aspetto duro e di colore giallastro. I danni consistono nell'erosione dell'apparato radicale della pianta del carciofo.

LUMACHE: sia la chiocciola che la limacea (lumaca priva di guscio) provocano danni sia alla pianta del carciofo che ai suoi capolini di cui ne erodono le brattee più esterne,provocando una consistente svalutazione del prodotto.


larva di nottua su capolino di carciofo tema
NOTTUA DEL CARCIOFO (hydroecia o gortyna xanthenes): la nottua del carciofo è una farfalla notturna che si presenta nella stagione autunnale (Settembre-Ottobre).In questo periodo depone le uova sulle foglie più vecchie (in prossimità del colletto) della pianta. Le larve compaiono a fine ottobre,causando danni alle foglie centrali e scavando gallerie nelle nervature.Successivamente estendono i danni al fusto e ai capolini.Verso aprile le larve,attraverso queste gallerie,discendono alla base della pianta e qui si incrisalidano.
Pur portando a maturazione una sola generazione all'anno,é facile immaginare i gravi danni che questo parassita é in grado di compiere sia a danno della pianta del carciofo e,soprattutto,sulla produzione dei capolini.



carciofi tema danneggiati dalla larva di nottua

PUNTERUOLO (larinus cynarae): il punteruolo é un coleottero curculionide che compie una sola generazione all'anno.Dalle uova che depone nel mese di Giugno compaiono le larve che rodono le foglie della pianta del carciofo e le brattee dei capolini. A fine estate (Agosto-Settembre) gli adulti di questo coleottero provocheranno gravissimi danni alle piante.

VANESSA (vanessa cardui): si tratta di un lepidottero che può compiere fino a tre generazioni nell'arco di un anno,provocando conseguentemente pesanti infestazioni. Compare nel mese di Aprile-Maggio. Le uova vengono deposte sulle foglie della pianta del carciofo. Le larve,di color fulvo-giallastro,hanno la caratteristica di unire il lembo delle foglie con ragnatele,e si nutrono di foglie. In caso di forti attacchi da parte di questo pericoloso parassita,le piante di carciofo possono venire completamente defogliate.


Virosi del carciofo.

Un virus altro non è che un'entità submicroscopica incapace di riprodursi al di fuori di una cellula vivente.
I virus possiedono un' elevata potenzialità infettiva. Per questo motivo sono agenti di malattie (genericamente chiamate virosi) che possono colpire sia i vegetali che gli animali.
Nella coltura del carciofo le virosi sono molto diffuse.
La cultivar spinoso sardo, in particolare, è quella che attualmente è soggetta a maggiori problemi da virosi.
La redditività della coltura è seriamente minacciata a causa di un pauroso calo della produttività.
La presenza di virosi, nella cultivar spinoso sardo, infatti, accentua notevolmente il manifestarsi di diverse gravi fisiopatie nella coltura: atrofia del capolino, decolorazione delle foglie e delle brattee del carciofo, scarsa resistenza ai parassiti, limitato sviluppo della pianta.


Le virosi si trasmettono facilmente da pianta a pianta per contatto, per vettori animali, per vettori vegetali e per parti di pianta.
Unico rimedio atto a fermare e bloccare l'avanzamento delle virosi è rappresentato dall'impiego di materiale di propagazione risanato. Quindi, la tecnica della micropropagazione in laboratorio di piante di carciofo costituisce il sistema più adatto per la salvaguardia della cultivar. Purtroppo, però, il costo per ottenere piante sane attraverso la micropropagazione è estremamente elevato. Per cui si ha motivo di pensare che se non verranno attuati interventi regionali mirati alla salvaguardia della coltura si assisterà ad un drastico ridimensionamento delle superfici coltivate con gravi e pesanti ripercussioni negative per tutta l'economia agricola sarda.

Elenco di alcune delle più diffuse erbe infestanti che più comunemente infestano le carciofaie


nome in italiano: borsa del pastore
nome scientifico: capsella bursa-pastoris nome in vernacolo: erba de feminas



nome in italiano: chenopodio
nome scientifico: chenopodium
nome in vernacolo: cadoni



nome in italiano:cocomero asinino
nome scientifico:ecballium elaterium nome in vernacolo:meloni burdu



nome in italiano: gramigna
nome scientifico: cynodon dactylon
nome in vernacolo: cannajoni



nome in italiano: crisantemo
nome scientifico: crisanthemum coronarium nome in vernacolo: caragantzu



nome in italiano: malvanome
scientifico: malva sylvestrisnome in vernacolo: narbedda



nome in italiano: porcellana
nome scientifico: portulaca oleracea
nome in vernacolo: proceddàna



nome in italiano: tribolo
nome scientifico: tribulus terresternome in vernacolo: spina zurpa




nome in italiano: spina
nome scientifico: xanthium spinosum
nome in vernacolo: cuscusoni spinosu



nome in italiano: borragine
nome scientifico: borrago officinalis
nome in vernacolo: lingorada



Malattie crittogamiche del carciofo.

MARCIUME RADICALE (erwinia carotovora): Si tratta di un batterio che colpisce le piante nei punti in cui siano state provocate delle ferite causate da tagli, o durante le operazioni di lavorazione della coltura.Tale batterio, in condizioni climatiche caratterizzate da umidità, determina marcescenza della pianta.





OIDIO (leivellula taurica): é sicuramente l'infezione che provoca maggiori danni alla coltura del carciofo.
Generalmente si manifesta alla fine dell'estate e può protrarsi sino al giungere dei primi freddi. L'infezione da oidio é riconoscibile dal fatto che colpisce la pianta del carciofo a partire dalle foglie basali.Queste ultime, una volta colpite, prima ingialliscono e poi si disseccano con un caratteristico ripiegamneto dell'apice della foglia verso l'alto.

PERONOSPORA (bremia lactucae): questa malattia crittogamica si manifesta in periodi dell'anno particolarmnete umidi che generalmente coincidono con il principio dell'autunno;può, però, ripresentarsi anche in primavera.
L'infezione colpisce le foglie più giovani della pianta del carciofo che risultano caratterizzate da macchie clorotiche che successivamente assumono una colorazione bruna. Nella pagina inferiore della foglia colpita da peronospora si presenta la tipica eflorescenza biancastra che costituisce gli organi di propagazione della malattia (sporangiofori). La peronospora provoca il disseccamento repentino delle parti colpite ed il conseguente deperimento della pianta.

MARCIUME DEL COLLETTO (sclerotinia sclerotiorum): si tratta di una alterazione dei tessuti corticali i quali imbruniscono ricoprendosi,in seguito,di una abbondante muffa di aspetto feltroso-cotonoso di color bianco candido in cui si evidenziano gli sclerozi (corpi di colore nero).
Questa patologia si manifesta generalmente nei terreni umidi e ricchi di sostanza organica. I danni provocati sono ingenti tanto da compromettere, nella maggior parte dei casi, tutta la coltura. Non esiste una lotta mirata per combattere questo fungo in maniera efficace. Si suggerisce di non ripetere la coltivazione del carciofo nello stesso terreno in tempi brevi e di effettuare frequenti lavorazioni al terreno.

Esigenze Climatiche della coltura del carciofo.

La coltivazione del carciofo predilige un clima mite,sufficientemente umido.
La temperatura ottimale per il carciofo è compresa fra i 12°C e i 18°C.
Sia le temperature inferiori ai 5°C sia quelle superiori ai 28°C sono da ritenersi dannose per lo sviluppo della pianta.
Nello specifico:


a 0° C i capolini presentano danni alle brattee esterne;


a -3°C i capolini vengono talmente danneggiati da non poter più essere commerciabili;


a -6°C tutta la pianta,e soprattutto la parte ipogea,subisce gravi danni.

Esigenze Pedologiche della coltura del carciofo.
Il carciofo predilige i terreni profondi,di medio impasto e con un buon drenaggio che vada ad evitare i ristagni idrici.
I ristagni idrici, infatti, sono particolarmente dannosi alla coltura del carciofo perché provocano marciumi a danno dell'apparato radicale e l'insorgenza di malattie fungine.


Esigenze idriche nella coltura del carciofo.
L'elemento indispensabile per la coltivazione del carciofo in ciclo forzato è l'acqua.
L'impianto,infatti,viene effettuato a luglio e la coltura necessita di irrigazioni fino al mese di ottobre-novembre,quando generalmente cominciano le prime piogge.
L'acqua utilizzata per le irrigazioni deve essere priva di residui salini: infatti,valori di salinità intorno al 2.5-3 per mille provocano l'arresto dell'attività vegetativa.


Esigenze nutrizionali della coltura del carciofo.
Il carciofo necessita di elevate quantità di elementi nutritivi, sia perché deve far fronte alla considerevole produzione di capolini che si verifica nel corso del protratto periodo del raccolto,sia perché deve fronteggiare il notevole sviluppo che interessa la parte aerea della pianta. Per questo motivo la coltivazione del carciofo richiede frequenti concimazioni che apportino costanti quantità di elementi nutritivi alla pianta. In particolare l'azoto ed il fosforo sono indispensabili per favorire lo sviluppo vegetativo della pianta, mentre,il potassio è necessario sia per migliorare la resistenza della pianta alle avversità climatiche, sia per favorire una produzione qualitativamente più buona di prodotto. Durante la coltivazione del carciofo la concimazione azotata viene ripetuta in copertura (2-3 interventi) durante il periodo di maggior sviluppo della pianta.
Il carciofo gradisce particolarmente le concimazioni a base di letame maturo o altri concimi organici naturali le cui somministrazioni migliorano sia la qualità del prodotto, sia la qualità del materiale di propagazione che la pianta genera.
Di seguito specifico i valori di asportazione del carciofo:

  • Azoto: 170-220 Kg/ha;
  • Fosforo: 100-150 Kg/ha;
  • Potassio : 120-170 Kg/ha.

Inoltre, per aiutare la pianta a fronteggiare l'elevato sviluppo della parte fogliare, si suggerisce, in occasione dei trattamenti antiparassitari, di miscelare a questi ultimi anche concimi fogliari. E' importante precisare che,prima dell'impianto della carciofaia è opportuno effettuare l'analisi chimica del terreno interessato,onde conoscere l'esatta dotazione naturale di fertilità del terreno nonché il PH. Le quantità delle concimazioni da somministrare, infatti,dipendono dalla effettiva fertilità naturale del suolo.





LE VARIETA' COLTIVATE IN SARDEGNA

SPINOSO SARDO

In Sardegna, dal punto di vista prettamente economico, la coltivazione del carciofo (cynara scolimus) varietà spinoso sardo, è stata senza alcun dubbio la più importante e sino a qualche tempo fa anche la più remunerativa. Rimane, ancora oggi, la più antica tra tutte le varietà coltivate nell'isola.

Il carciofo spinoso sardo è un ortaggio che si contraddistingue per il suo caratteristico gusto amarognolo, dovuta alla cinarina, un principio attivo naturale.

Questa varietà di carciofo è tradizionalmente coltivata in Sardegna nel Campidano di Cagliari, nel Sulcis e nella provincia di Sassari.

Il capolino è caratterizzato da una forma conica allungata, è provvisto di brattee di colorazione verde con accentuate sfumature bruno-violetto il cui apice termina con una spina gialla la cui puntura è molto dolorosa.

Gli ultimi carciofi prodotti dalla pianta, i carciofini, sono ottimi per la preparazione dei carciofini sott'olio.








Il carciofo spinoso è presente in molte ricette della cucina tradizionale sarda ( Agnello con carciofi, Carciofi fritti, Panada di carciofi, Carciofi alla bottarga, Carciofi alla brace ).

Tuttavia, il vero intenditore sa che per gustare appieno il sapore di questo prelibato ortaggio occorre mangiarlo crudo: sfogliare ad una ad una le brattee e intingerne in olio extra vergine d'oliva insaporito con un pizzico di sale ed una spolveratina di pepe la parte basale, la più tenera. Gustare, condito allo stesso modo, il cuore del carciofo tagliato in quattro spicchi e privato dell'eventuale barbetta interna, ed il suo gambo preventivamente ripulito dai filini che lo rivestono.

Per il suo alto contenuto in ferro, il carciofo gustato crudo lascia in bocca un particolare e caratteristico sapore, quasi metallico.







danni da gelo




TEMA



La varietà del carciofo tema (tema 2000) è stata costituita in Toscana, successivamente al Terom, negli anni '90, isolando le caratteristiche migliori del Terom e di altre varietà toscane.

Per la sua alta resa in termini di produzione si è velocemente diffusa anche in Sardegna dove ha trovato condizioni pedoclimatiche assai favorevoli.

Come già detto la varietà tema è molto produttiva e generalmente è in grado di dare due produzione annue: la prima precoce, da ottobre a dicembre, la seconda tardiva, successivamente alle gelate invernali, da febbraio ad aprile.

Richiede terreni irrigui e per impiantarne un ettaro occorrono circa 7.000 piantine.









La pianta del carciofo varietà tema è molto sensibile alle gelate e i capolini alla Botritis, una muffa che colpisce le brattee esterne in condizioni di elevata umidità.Foto a sinistra: danni da botrite

Foto a destra: danni da gelo





TEROM



La varietà del carciofo terom è stata selezionata in Toscana e introdotta in Sardegna negli anni '90, sostituendo completamente un'altra varietà, sempre toscana, già presente nell'isola, il " moretto ".

Il carciofo terom è una varietà tardiva la cui produzione ha inizio in febbraio e termina a fine aprile. E' molto generosa nella produzione e dal punto di vista economico, sino ad oggi, ha risposto in maniera egregia..

Richiede terreni irrigui e per impiantarne un ettaro occorrono circa 7.000 piantine.

Questa varietà teme i ritorni di freddo che possono verificarsi nei mesi di marzo ed aprile.



capolino di primo ordine di terom (agro di Serramanna)


ROMANESCO

La coltivazione del carciofo romanesco è tipica del litorale laziale, ma in questi ultimi anni va diffondendosi con interessanti risultati anche in Sardegna ( Clone C3). Per ogni ettaro di coltivazione occorrono circa 7.000 piantine.

La piantagione avviene interrando, a metà luglio, le piantine estirpate dalla pianta madre durante il periodo di riposo estivo.

Il tempo della raccolta va da dicembre a maggio. Durante questo lasso di tempo ogni pianta produce dai 15 ai 20 carciofi commerciabili.

La pianta, in coltivazione intensiva, produce con buona resa per 2 o 3 anni, dopodiché invecchia e non produce più in modo redditizio.

Gli ultimi carciofi, i carciofini, sono ottimi per la preparazione di sottoli casalinghi. Raramente vengono raccolti per le industrie di trasformazione. Per questo tipo di lavorazione, infatti, vengono utilizzati, generalmente, altre varietà di carciofino, disponibili in maggiori quantità e, a parità di qualità, a prezzi più concorrenziali.



carciofo romanesco (agro di Serramanna)




carciofo romanesco (agro di Serramanna)

Il romanesco è un carciofo assai apprezzato per le sue qualità: è privo di spine, è assai tenero e ha poco scarto. Il suo capolino è di forma sferica, compatto, un pò schiacciato.

Chiamati anche " cimaroli " , " mammole " o " cardini ", nonostante, raggiungano diametri ben superiori ai dieci centimetri, i carciofi romaneschi custodiscono al loro interno un cuore assai tenero. Questo prelibato ortaggio, durante la cottura emana un caratteristico profumo ed il suo gusto delicato lo innalza a principe della tavola.

In cucina, le ricette più note per assaporare questo gustoso ortaggio sono l'antica ricetta del "Carciofo alla Giudia" , di origine ebraica, e la variante del "Carciofo alla Romana".


carciofo romanesco (agro di Serramanna)


VIOLETTO




Il carciofo violetto, originario della Provenza, è stato introdotto in Sardegna negli anni '80, quando sostituì una varietà indigena abbastanza diffusa, il carciofo "masedu".

La coltivazione del violetto è a "ciclo lungo" ed è molto generosa, soprattutto nei mesi di marzo-aprile, quando una pianta è in grado di produrre anche 10-12 capolini.

Il capolino più apprezzato, soprattutto nel Lazio, è il primo che generalmente è emesso dalla pianta nel mese di dicembre.

Tra la produzione del primo e del secondo capolino può intercorrere un lasso di tempo anche di 20 giorni, particolarità che non si verifica con le altre cultivar presenti in Sardegna le cui produzioni sono molto più concentrate.

Per questo motivo si ha la tendenza ad impiantare anche oltre 10.000 piantine per ettaro, allo scopo di sfruttare al massimo, in termini economici, la commercializzazione del primo capolino, il più pregiato e richiesto.

La coltivazione del carciofo violetto di Provenza richiede terreni irrigui.



carciofi Violetto
(agro di Serramanna)


LETTERATURA

Ode al carciofo (tratto dal libro "Le odi elementari")di Pablo Neruda (Premio Nobel per la Letteratura nel 1971)

Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.


Carciofo spinoso (agro di Serramanna)



Proprietà nutrizionali del carciofo.



La parte edule del carciofo è costituita dal suo involucro embrionale difeso dalle brattee e dal peduncolo.
Questa costituisce la parte più tenera della pianta,il cosiddetto cuore del carciofo ed è prevalentemente composta di acqua.
Il gusto amarognolo e un po' aspro del carciofo è dovuto all'acido malico e tanico che esso contiene. Altri elementi costituenti il carciofo sono la cinarina ,il tannino, l'inulina, gli enzimi ( inulasi, invertasi,cinarasi, proteasi ), il cinaroside, lo scolinoside, gli acidi clorogenico e caffeico, la pectina, le vitamine A, B1, B2, PP e C, le proteine, i grassi, i carboidrati e i sali di potassio, calcio, magnesio, sodio, manganese, zinco e ferro, mentre è poverissimo di zuccheri. Il carciofo ha proprietà toniche, astringenti, diuretiche e depurative.
Il carciofo è un grande alleato del nostro fegato, regolarizza le funzioni intestinali, ha proprietà antiarteriosclerotica e antianemica, aperitiva, ipocolesterolenizzante, ipoglicemizzante, lassativa, metabolizzante.
Tuttavia, tutte queste proprietà benefiche sono ricavabili solo in minima quantità dalla parte edule del carciofo.
Questo perché le sostanze benefiche (cinarina,tannini,ecc.) si trovano soprattutto nelle foglie.

Curiosità.

Lo sapevate che ...

NOME SCIENTIFICO: Cynara scolymus L.
NOME in LATINO: Cynara cardunculus
NOME in ARABO: Al-Kharshuf, Al-qabsil
NOME IN SPAGNOLO: Alcachofera, Alcachofa, Alcaucil
NOME in PORTOGHESE: Alcachofra
NOME in SARDO: Canciofa (Campidano di Cagliari), Cartzofa ( Logudoro), Iscarzofa (Sassari), Scalciofa e Scarzoffa (Gallura)
NOME in ITALIANO: Carciofo
NOME in CATALANO: Carxofera
NOME in FRANCESE: Artichaut
NOME in TEDESCO: Artischocke
NOME in INGLESE: Globe artichoke


In California si concentra quasi il 100% di tutta la produzione di carciofi degli Stati Uniti d'America: di questa quantità più dell' 80% è coltivata nella sola contea californiana di Monterey.



Nel 1946, in California, Marilyn Monroe, vinse il primo concorso annuale di bellezza dedicato a"Miss carciofo".


Varietà coltivate in FRANCIA:

Camus di Bretagna: E' la varietà che presenta le dimensioni più grosse tra tutte le varietà di carciofo ( 2 o 3 carciofi possono raggiungere il peso di un kg).

Il capolino di color verde ha una forma rotondeggiante.

Si consuma lessato o cotto al vapore condito con olio e aceto. I cuori di questi carciofi si prestano alla preparazione di conserve.




Verde de Laon: E' una varietà molto più rustica della precedente e presenta una maggiore resistenza alle basse temperature. Ha la stessa forma della Camus di Bretagna, ma dimensioni più piccole. E' anche chiamata " testa di gatto ".



Violeta de Provenza: Questa varietà è caratterizzata da dimensioni molto più piccole delle precedenti coltivate in Francia. Presenta una forma conica con le brattee di color violaceo. Si coltiva soprattutto nella zona mediterranea della Francia e nei mercati è venduta con il nome di carciofo "bouquet". Può essere consumata cruda quando ancora non ha raggiunto il completo stadio di accrescimento (in questo caso è chiamata "provaide") condita con olio e aceto oppure cucinata.


Varietà coltivate in SPAGNA:

Blanca de Tudela: E' una varietà di forma allungata di color verde e di piccole dimensioni. E' coltivata soprattutto nelle zone di Navarra, La Rioja, Murcia e Alicante.





Varietà coltivate in CILE:

Argentina: Si ritiene che questa varietà provenga dall'Italia (Sicilia). Presenta caratteristiche molto simili alla varietà Blanco Precoce coltivata in Argentina e alla varietà di provenienza spagnola Tudela.

La pianta raggiunge al massimo i 50 cm, 100 cm di altezza e ha foglie di colorazione verde-grigio, prive di spine. Produce, dall'autunno alla primavera, diversi capolini per pianta, di medie dimensioni (200 g-250g i primi tagli), di color grigio, compatti, caratterizzati da brattee allungate e prive di spine.


Chilena: E' una varietà che probabilmente deriva dalla francese Verde de Laon.

La pianta raggiunge il metro e mezzo di altezza, le foglie sono prive di spine e la produzione dei capolini (pochi per pianta, di forma cilindrica ellissoidale, di color verde scuro, con spine e di grandi dimensioni 300g-350g per i primi tagli) è concentrata in primavera.


Espanola: E' una varietà bianca, caratterizzata dal capolino molto piccolo. Molto produttiva.


Varietà coltivate negli U.S.A.:


Green globe:

Imperial star:



Nell'anno scolastico 2010/2011 gli alunni delle classi quinte hanno pensato di utilizzare il CARCIOFO quale simbolo del proprio paese quando hanno partecipato al Concorso FRATELLI D'ITALIA (gemellaggio con una quinta di Legnaro PD) promosso e organizzato dal FAI (Fondo Ambiente Italiano).




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